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IL POETA FANATICO 599

Brighella. Da vero?

Beatrice. Così è certamente.

Brighella. Quando l’è cussì, la me fazza una grazia. La senta sto par de ottave balzane.

Beatrice. Non voglio sentir niente1.

Brighella. La ghe ne senta almanco una.

Beatrice. Sbrigati.

Brighella. Una sola, per carità.

Beatrice. (Oh che seccatori che sono questi poeti!) (da sè)

Brighella. Montò a caval d’una montagna un’occa,

     Sfidando ai pugni un orso barbaresco;
     E un albero senz’occhi e senza bocca
     La furlana ballò con un Todesco.
     Un gatto s’innamora d’una rocca,
     Una cicala si mangiò un pan fresco,
     Un becco s’affatica notte e giorno,
     E un cervo astuto gli regala un corno2. (parte)

SCENA III3.

Beatrice sola.

Assolutamente questi poeti io non li posso tollerare. Non vi è stato altri che il signor Tonino, che colla dolcezza dei suoi bei versi mi abbia dato piacere. Egli merita tutto, e non mi dispiacerà che resti ospite in casa nostra. Che uomo civile! Che giovine prudente e sincero! (1) (2) (3)

  1. Bett. aggiunge: Va a vedere se il signor Tonino dorme.
  2. Continua questa scena nell’ed. Bett.: «Beatr. Queste scioccherie non le posso soffrire. Brigh. Mo no ela amante anca ella della poesia? Beatr. Mi piacciono i versi del signor Tonino. Br. La diga, la perdona se m’avanzo troppo, ghe piase la poesia, o ghe piase el poeta? Beatr. Animo, sbrigati, e va a vedere se e levato. Br. La servo subito! (So che ora che l’è), va nella camera; poi torna. Beatr. (Povero giovine! Bisogna trattarlo bene, acciò faccia delle belle composizioni). Br. L’ho sentido a parlar; l’ha averto le finestre, el sarà leva. Beatr. Presto, Va a prendere la cioccolata. Br. Vado subito. La senta un’altra ottavetta. Beatr. Non voglio sentir altro. Br. Ghe lo domando per carità. Beatr. Oh che noia! E tutti i poeti sono così. Br. In un castello fatto di ricotta - Con la salciccia si legò una matta. - E dieci grilli navigando in frotta - Nel giocare alla mora han fatto patta. - Una donna gentil di carne cotta - Ha infilzata in un spiedo la pignatta. - Un cospetton inghiotte una saracco, - E la signora Checca fa la cacca, parte».
  3. È unita alla scena preced. nell’ed. Bett.