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594 | ATTO SECONDO |
D’una bellezza stolida:
Le donne assai più possono
Col vezzo, che col minio.
Bellezza va prestissimo,
La grazia è più durabile:
Quest’è la mia sentenza.
Quest’è ecc.
Graziose femmine
Se qui m’ascoltano,
Il mio gradiscano
Sincero cor.
E le bellissime
Deh mi perdonino,
Che inimicissimo
Non son di lor.
Molto esse possono
Col volto amabile,
Coll’adorabile
Loro beltà.
Ma della grazia
E il pregio massimo,
Che ancor conservasi
Nell’altra età.
Però confessovi,
Che a me pur piacciono,
Vermiglie o candide,
Le donne ognor,
Che mi ferirono,
E mi feriscono,
Ed esser dubito
Ferito ancor.