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IL POETA FANATICO 581

Tenera e breve man, degna d’impero,

     Candido, bipartito, amabil seno,
     D’ogni proporzion corpo ripieno,
     Aria sprezzante, e portamento altero.
Questa è di voi visibile bellezza,
     Ma di gloria maggior degna vi rende
     La velata beltà, che più si apprezza.
Spirto, che tutto vede e tutto intende,
     Arte, che tutto brama e tutto sprezza,
     Cuore, che manda fiamme, e non s’accende.

Beatrice. Caro signor Tonino, voi mi mortificate.

Tonino. Ho dito anca poco a quello che dir doveria. Oh, se a sto sonetto ghe podesse metter la coa, la sentirave qualcossa de più.

Beatrice. Io non lo merito certamente.

Tonino. Ma possibile che la sia tanto nemiga della poesia?

Beatrice. In verità, che ora la poesia mi comincia a piacere.

Tonino. Ela contenta che ghe daga qualche lezion?

Beatrice. Sì, mi farete piacere.

Tonino. Benchè el so sior consorte ghe ne sa più de mi, el ghe poderà insegnar meggio.

Beatrice. Oibò, non ha maniera, non ha comunicativa. Imparerò più facilmente da voi.

Tonino. Dirala più mal dei poeti?

Beatrice. No certamente.

Tonino. Ghe vorla ben?

Beatrice. I poeti della vostra sorte meritano tutta la propensione.

Tonino. Ghe piase el mio stil?

Beatrice. Voi componete con una grazia, che innamora1.

  1. Bett.: con una grazia mirabile. E continua: «Ton. Quanto che ghe insegno volentiera. Beatr. Quanto mi piace la vostra poesia!»