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562 ATTO PRIMO

Tonino. Se pol benissimo.

Ottavio. Via dunque, fate che nel medesimo tempo senta vostre virtù, le vostre peripezie.

Brighella. Oh magari! Sentirò anca mi volentiera.

Tonino. Cossa diseu, muggier?

Corallina. Dite voi la vostra parte, che io dirò la mia.

Ottavio. Animo, da bravi.

Tonino. Per narrative, no gh’è meggio dell’ottava rima.

Ottavio. Benissimo. Spiegatevi in ottava rima.

Brighella. L’ottava l’è el mio forte anca de mi.

Tonino. La compatirà.

Ottavio. Ammireremo.

Corallina. Perdonerà.

Ottavio. Mi meraviglio.

Tonino. In lengua veneziana.

Ottavio. Benissimo.

Tonino. La compatirà.

Ottavio. Non mi fate penare.

Tonino. Mio pare, che in Venezia è un bon mercante,

     A Fiorenza me manda a negoziar:
     Vedo de Corallina el bel sembiante,
     E me sento alla prima innamorar.
     Benchè ordenaria, e priva de contante,
     M’ha savesto el so spirito obbligar.
     Mio pare negoziar m’ha comandà,
     E mi, per obbedir, m’ho maridà.

Ottavio. Bravissimo.

Corallina. In Bergamo son nata, e da piccina

     Sono stata in Firenze trasportata,
     Ove imparai la lingua fiorentina,
     Senza la gorga che dal volgo è usata.
     Mia zia, che mi condusse, è contadina,
     E all’orticel mi aveva destinata.
     Erbe e fior coltivai, ma sopra tutto
     Pensai raccor del matrimonio il frutto.