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dei due poli magnetici. Le osservazioni sopra l’Amfiteatro di Pola; le antichità di Capo d’Istria; e la utilissima opera delle Monete, e della istituzion delle Zecche d’Italia, di cui diede ella un saggio in due dissertazioni nell’anno 1751, ed ora, riducendola in due Tomi in quarto1, ha diffusamente trattato di una materia così importante, sendo questo il primo libro che, abbandonata ogni immaginaria teoria, dimostrasse in Italia col calcolo e coi fatti non solamente lo stato presente del sistema monetario di tutta Italia, ma insegnasse altresì il modo sicuro, onde equilibrare in ogni città il valore delle comuni Monete; ecc.2.

Ma troppo allungherei questa lettera, se il catalogo far volessi delle Opere sue, e molto più se di tutte le virtù che l’adornano, tentassi di far parola. Chiunque ha il piacer di conoscerla e di trattarla, si accorderà meco a dire, che più amabile conversazion della sua non puossi desiderare. Quale stima e venerazione non esige ella in Milano, ove per ora fissato ha il suo domicilio, per accudire all’importantissima opera dell’educazione dell’unico di lei figliuolo? E ben lo merita il vivacissimo giovanetto, che nella prontezza dello spirito e nell’amor per gli studj, mostra, se sia possibile, voler superare un giorno il talento del Padre. Felice lui, che ha sortito i natali da un Genitore sì saggio, il quale conoscendo i veri mezzi per l’acquisto delle migliori scienze e delle più belle virtù, saprà, e coll’esempio e con l’arte, renderlo illustre nel merito, e degno di possedere quei doviziosi beni, che ha il Cielo giustamente in lui collocati.

Alla di lei casa antichissima, che trae l’origine da un Almerico da Siena, sin dall’anno 1171, e non solo fra la nobiltà di Capo d’Istria è descritta, ma fra quella ancor di Verona, aggiunto ora ha il fregio di Cavaliere e Commendatore dell’insigne ordine de’ Santi Maurizio e Lazzaro, sotto la protezione di Sua Maestà il Re di Sardegna, fondando in favore della posterità una Commenda, ottenuta avendo, colle prove della nobiltà, la Croce per giustizia.

Un altro bell’avvantaggio ha ella procurato al tenero figlio

  1. Venezia 1754, presso Giambattista Pasquali.
  2. Fir. Novell. Lett. n. 30. col. 474. an. 1754.