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502 | ATTO TERZO |
SCENA VIII1.
Donna Isabella, Colombina e detti.
Isabella. Signor padre, ecco qui Colombina. Risponderà ella per me.
Sancio. Hai da maritarti tu, e non Colombina.
Colombina. Signore, compatisca la sua semplicità. Ella non ha coraggio; dica a me ciò che le vuol proporre, e vedrà che risponderà a dovere.
Sancio. Io le propongo il Conte per suo marito.
Colombina. Avete sentito? (ad Isabella)
Isabella. Sì.
Colombina. Che cosa dite?
Isabella. (Rìde.)
Colombina. Lo volete?
Isabella. Sì.
Colombina. Signore, ella è disposta a far il voler di suo padre.2
Sancio. Già me l’immagino. Avete sentito? (al Conte)
Conte. Io sono contentissimo.
Sancio. Ora è necessario far venire sua madre. Non è giusto che si sposi la figlia, senza ch’ella lo sappia.
Isabella. (Se viene mia madre, non ne facciamo altro), (da sè)
Conte3. Voi dite bene, ma la signora donna Luigia è tanto nemica di sua figlia, che si opporrà, e non vorrà che si sposi. (a don Sancio)
Isabella. Signor padre, è invidiosa.
Sancio. Invidiosa di che?
Isabella. Vorrebbe esser ella la sposa.
Sancio. Come! Vorrebbe esser ella la sposa?
Isabella. Ha detto tante volte: Se crepa mio marito, voglio prendere un giovinetto.
- ↑ Sc. XIII nell’ed. Bett. e XIV nell’ed. Pap.
- ↑ Segue nelle edd. Bett., Pap. ecc.: «Sanc. Non voglio che lo accetti perchè io lo dico, ma per sua elezione. Col. Sentite? Isab. Sì. Col. E così? Isab. Via. vergognandosi. Col. Che cosa via? Isab. Lo prenderò. Col. Volentieri? Isab. Sì. Col. Signor sì; lo prenderà volentieri. Sanc. Già me l’immagino ecc.».
- ↑ L’ed. Zatta ha invece: Colombina.