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458 ATTO PRIMO

Luigia. Segretario, osservatelo, vi piace questo drappo?

Sigismondo. Mi piace infinitamente. (osservando donna Elvira nel viso, più che nell’abito)

Luigia. Vi pare che a quel prezzo si possa prendere?

Sigismondo. Non vi è oro, che possa pagare la sua bellezza. (come sopra)

Luigia. Siete voi di buon gusto?

Sigismondo. Così foss’io fortunato, come son di buon gusto.

Elvira. (Costui mi fa l’appassionato, ed io l’aborrisco). (da sè)

Sigismondo. Permetta, in grazia, che dia un’altra guardatina a quest’opera. (a donna Elvira, come sopra)

Elvira. Mi pare che l’abbiate veduta abbastanza.1. Signora Governatrice, sono venuta ad incomodarvi per supplicarvi di una grazia.

Luigia. Dove posso, vi servirò. Chi vi ha così bene assettato il capo?

Elvira. Il mio cameriere.

Luigia. Di dov’è?

Elvira. È francese.

Luigia. Lavora a maraviglia. Mi fareste il piacere di mandarlo da me?

Elvira. Sarete servita.2

Luigia. Segretario, osservate quel tuppè; può esser fatto meglio?

Sigismondo. È una cosa che incanta.

Elvira. (Sono ormai stufa). (da sè, si volta un poco)

Sigismondo. Signora, mi permetta.

Elvira. Queste sono osservazioni da donne.

Sigismondo. Eh! signora, quel ch’io vedo, è cosa più per uomo che per donna.

Elvira. Come sarebbe a dire?

Sigismondo. M’intendo dire che quel tuppè non è opera di donna,

  1. Segue nell’ed. Bett.: «Sig. Bel drappo, e bravissimo sarto! Mi piace la stoffa, ma il taglio mi piace più. Elv. Signora Govematrice ecc.».
  2. Segue in Bett.: «Luig. Spero non avrete difficoltà di cedermelo. (Lo voglio aver per me sola). Elv. Signora, quando vuole, lo manderò a servirla. Luig. No no, lo voglio io assolutamente. Elv. (Questa poi mi dispiace assaissimo). Luig. Segretario, osservate ecc.».