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454 ATTO PRIMO

Conte. (L’amo perchè mi piace, perchè mi pare amabile, e niente mi sprona a farlo, fuorchè il desiderio di conseguirla in isposa).’

Sigismondo. (Eppure la signora donna Luigia si lusinga che V. S. Illustrissima...) (ride)

Conte. (Che cosa?)

Sigismondo. (Fosse... innamorata di lei).

Conte. (Oh, questa è graziosa! Pare a voi ch’io fossi capace d’una simile debolezza!)

Sigismondo. (So benissimo quanto sia grande la prudenza di. V. S. Illustrissima).

Conte. (Ch’io volessi tradire l’ospitalità? Insidiar l’onore di don Sancio, mio caro amico?)

Sigismondo. (Un cavaliere onorato non pensa così vilmente).

Conte. (E poi, che volessi preferire alla figlia la madre?)

Sigismondo. (Il signor Conte non è di questo cattivo gusto).

Conte. (Voi che mi consigliereste di fare?)

Sigismondo. (Darò a V. S. Illustrissima il consiglio più universale. Quando si compra, comprar giovine).

Conte. (Anch’io sono della stessa opinione).

Sigismondo. (Però ella ha donato l’anello alla signora donna Luigia).

Conte. (Donato? Non è vero. Ora me lo renderà).

Sigismondo. (Non faccia).

Conte. (Perchè l’ho da perdere?)

Sigismondo. (Non sa quel che dice il proverbio?)

Conte. (Che dice?)

Sigismondo. (Chi vuol bene alla figlia, accarezzi la mamma).

Conte. (È una carezza, che costa troppo).

Sigismondo. (La politica vuol così).

Conte. (Non vorrei con questa politica perder Isabella).

Sigismondo. (Si fidi di me).

Conte. (So che siete un galantuomo).

Sigismondo. (Son l’uomo più sincero di questo mondo).

Conte. (Ma presto ne voglio uscire).

Sigismondo. (Non ci pensi. Si lasci servire). (s’accosta a donna Luigia)