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L'ADULATORE 447

Colombina. La servo. (Poveri i miei fiori! Vuol tutto per lei, tutto per lei). (da sè)

Luigia. Oibò! Questi fiori puzzano. Non li voglio. (li getta in terra)

SCENA VII.

Arlecchino e detta.

Arlecchino. (Entra senza parlare, e va bel bello dove sono i fiori; li guarda con attenzione e sospira.)

Luigia. Chi ti ha insegnato le creanze? Vieni e non ti cavi il cappello?

Arlecchino. (Senza parlare prende i fiori, li osserva e sospira.)

Luigia. Ti spiace vedere strapazzati quei fiori, che tu hai donati alla tua favorita?

Arlecchino. (Sospirando e piangendo torna a buttar i fiori in terra, con una esclamazione.)

Luigia. Possibile che quei fiori ti facciano piangere e sospirare?

Arlecchino. No pianzo per quei fiori, no sospiro per lori.

Luigia. Dunque perchè fai tante smanie?

Arlecchino. Pianzo per vu, sospiro per causa vostra.

Luigia. Per me? Spiegati, per qual cagione?

Arlecchino. Quella povera rosa stamattina a bonora l’era bella, fresca e odorosa; adesso l’è fiappa1, pelada, strapazzada. Pianzo, perchè un zorno l’istesso sarà anca de vussignoria. (parte)

Luigia. Temerario briccone. Ehi, chi è di là?

SCENA VIII.

Brighella e detta.

Brighella. Eccellenza, cossa comandela?

Luigia. Presto, fa che si arresti il buffone e fagli dar delle bastonate.

Brighella. Per che causa, Eccellenza?

Luigia. Perchè mi ha perso il rispetto.

  1. Fiappa, passa. [nota originale]