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A SUA ECCELLENZA
IL SIGNOR
ANTONIO VENDRAMIN
NOBILE PATRIZIO VENETO1
V. E., Padrone di un antico, spazioso, accreditato teatro2, e di una compagnia di Comici valorosi, ha scelto me per Componitore di cose nuove3; mi ha per dieci anni avvenire onorato di cotal carico, fidandosi ch’io possa (in questi nostri giorni, in cui si è reso il Popolo oltremodo difficile ad essere soddisfatto) sostenere l’onor delle Vostre Scene e quello degli Attori Vostri. Un non so che avete Voi, Eccellentissimo Signore, di affabile e di gentile, che obbliga ciascheduno ad amarvi, e fa desiderare a chi che sia di servirvi: ciò mi ha convinto ad essere cosa Vostra, molto più di quell’annua pensione, che Voi mi avete generosamente accordata, poichè giudico io non darsi piacer maggiore in chi serve, oltre quello di avere un Padrone amabile. Quantunque però conoscessi il gran bene, che da Voi mi veniva offerto, ebbi il coraggio di rinunziarvi per fare un sagrifizio all’amicizia, alla convenienza, e a certa mia medesima predilezione.
- ↑ Questa lettera di dedica uscì la prima volta nel t. II delle Commedie di C. G., edite a Firenze dagli eredi Paperini, l’anno 1753.
- ↑ Il teatro di S. Luca, già detto di S. Salvador, riedificato dopo un incendio, nel 1661, ristaurato più tardi nel 1818, chiamato Apollo nel 1833, e nel 1875 Goldoni, in onore del grande commediografo.
- ↑ L’autore allude al recente contratto col Vendramin, dopo il distacco dal capocomico Medebach. La scrittura fu stesa e firmata ai 15 febbr. 1753 (1752 M. V.): v. Mantovani, C. Q. e il teatro di S. Luca a Venezia, Milano, Treves, 1885, p. 24 sgg.