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IL TEATRO COMICO 35

Lelio. Quanto mi piace la vostra idea! Siete fatta apposta per sostenere il carattere di una bellezza tiranna. (a Beatrice)

Beatrice. Signor poeta, mi burla.

Lelio. Lo dico con tutto il cuore.

Petronio. Signor poeta, di grazia, ha ella mai recitato?

Lelio. Ho recitato nelle più celebri accademie d’Italia.

Petronio. Mi pare che vossignoria sia fatto appunto per le scene di caricatura.

Orazio. E così, signore, si può sentire questo soggetto?

Lelio. Eccomi, subito vi servo. Atto primo, strada. Pantalone e Dottore; scena d’amicizia.

Orazio. Anticaglia, anticaglia.

Lelio. Ma di grazia, ascoltatemi. Il Dottore chiede la figlia a Pantalone.

Eugenio. E Pantalone gliela promette.

Lelio. Bravo, è vero. E Pantalone gliela promette. Il Dottore si ritira. Pantalone picchia, e chiama Rosaura.

Orazio. E Rosaura viene in istrada.

Lelio. Sì signore; e Rosaura viene in istrada.

Orazio. Con sua buona grazia, non voglio sentir altro. (s’alza)

Lelio. Perchè? Cosa c’è di male?

Orazio. Questa enorme improprietà di far venire le donne in istrada, è stata tollerata in Italia per molti anni, con iscapito del nostro decoro. Grazie al cielo l’abbiamo corretta, l’abbiamo abolita, e non si ha più da permettere sul nostro teatro.

Lelio. Facciamo così. Pantalone va in casa della figlia, e il Dottore resta.

Orazio. E frattanto che Pantalone sta in casa, cosa deve dire il Dottore?

Lelio. Mentre Pantalone e in casa, il Dottore... dice quel che vuole. In questo, sentite, in questo Arlecchino, servo del Dottore, vien pian piano, e dà una bastonata al padrone.

Orazio. Oibò, oibò; sempre peggio.

Petronio. Se il poeta facesse da Dottore, il lazzo anderebbe bene.

Orazio. Che il servo bastoni il padrone, è una indegnità. Pur