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392 ATTO TERZO

SCENA ULTIMA1

Colombina e detti.

Colombina. Signora.

Rosaura. (Le parla all’orecchio.

Colombina. Subito.

Dottore. Vergognatevi di esser così bugiardo.

Lelio. Se mi sentite più dire una bugia, riputatemi per uomo infame.

Ottavio. Cambiate costume, se volete vivere fra gente onesta.

Lelio. Se più dico bugie, possa essere villanamente trattato2.

Colombina3. (Colla scatola con i pizzi) Eccola. (la dà a Rosaura)

Rosaura. Tenete, signor impostore. Questi sono i pizzi, che mi avete voi regalati. Non voglio nulla del vostro. (offre a Lelio la scatola con i pizzi

Florindo. Come! Quei pizzi li ho fatti comprar io.

Brighella. Sior sì, mi ho pagà i trenta zecchini all’insegna del Gatto, e li ho mandadi alla signora Rosaura per el zovene della bottega, senza dir chi ghe li mandasse4.

Rosaura. Ora intendo: Fiorindo mi ha regalata, e l’impostore s’è fatto merito.5 (li prende

Lelio. Il silenzio del signor Fiorindo mi ha stimolato a prevalermi dell’occasione, per farmi merito con due bellezze. Per sostenere la favola, ho principiato a dire qualche bugia, e le bugie sono per natura così feconde, che una ne suole partorir cento. Ora mi converrà sposar la Romana. Signor Dottore, signora Rosaura, vi chiedo umilmente perdono, e prometto che bugie non ne voglio dire mai più. (parte

Arlecchino. Sta canzonetta l’ho imparada a memoria. Busie mai più, ma qualche volta, qualche spiritosa invenzion.

Dottore. Orsù, andiamo. Rosaura sposerà il signor Fiorindo, e il signor Ottavio darà la mano a Beatrice.

  1. Sc. XIII nell’ed. Bett.
  2. Bett. e Pap.: scacciato.
  3. Qui comincia la sc. XIV nell’ed. Bett.
  4. Bett.: chi li manda.
  5. Ciò che segue nelle edd. Bettinelli, Paperini e altre, vedasi in Appendice.