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IL BUGIARDO | 377 |
licarpio, el relogio de repetizion, la pistola; e permettè che butta via delle lagreme de consolazion per una niora imaginaria, per un nevodo inventà; e lassè che mi scriva una lettera a vostro missiera, che sarave stada fidecommisso perpetuo alla posta de Napoli. Come diavolo feu a insuniarve1 ste cosse? Dove diavolo troveu la materia de ste maledette invenzion? L’omo civil no se destingue dalla nascita, ma dalle azion. El credito del marcante consiste in dir sempre la verità. La fede xe el nostro mazor capital. Se no gh’avè fede, se no gh’avè reputazion, sarè sempre un omo sospetto, un cattivo marcante, indegno de sta piazza, indegno della mia casa, indegno de vantar l’onorato cognome dei Bisognosi.
Lelio. Ah, signor padre, voi mi fate arrossire. L’amore che ho concepito per la signora Rosaura, non sapendo esser quella che destinata mi avevate in isposa, mi ha fatto prorompere in tali e tante menzogne, contro la delicatezza dell’onor mio, contro il mio sincero costume.
Pantalone. Se fusse vero che fussi pentio, no sarave gnente. Ma ho paura che siè busiaro per natura e che fe pezo per l’avegnir.
Lelio. No certamente. Detesto le bugie e le aborrisco. Sarò sempre amante della verità. Giuro di non lasciarmi cader di bocca una sillaba nemmeno equivoca, non che falsa. Ma per pietà, non mi abbandonate. Procuratemi il perdono dalla mia cara Rosaura, altrimenti mi vedrete morire. Anche poc’anzi, assalito dall’eccessiva passione, ho gettato non poco sangue travasato dal petto.
Pantalone. (Poverazzo! El me fa peccà). (da sè Se me podesse fidar de ti, vorave anca procurar de consolarte: ma gh’ho paura.
Lelio. Se dico più una bugia, che il diavolo mi porti.
Pantalone. Donca a Napoli no ti xe maridà?
Lelio. No certamente.
- ↑ Suocero.
- ↑ Bett.: inventarve.