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374 | ATTO TERZO |
Pantalone. Seu seguro che noi sia el so carattere?
Lelio. Son sicurissimo... E poi, se è morto.
Pantalone. (O che ste fede xe false, o che mio fio xe el prencipe dei busiari. Ghe vol politica per scoverzer la verità). (da sè
Lelio. (Sarei curioso di sapere, che cosa contien quella lettera). (da sè Signor padre, lasciatemi osservar1 meglio, s’io conosco quel carattere.
Pantalone. Sior Masaniello no xelo morto?
Lelio. È morto senz’altro.
Pantalone. Co l’è morto, la xe fenia. Lassemo sto tomo da parte, e vegnimo a un altro. Cossa aveu fatto al dottor Balanzoni?
Lelio. A lui niente.
Pantalone. A lu gnente; ma a so fia?
Lelio. Ella ha fatto qualche cosa a me.
Pantalone. Ela a ti? Cosa diavolo te porla aver fatto?
Lelio. M’ha incantato, mi ha acciecato. Dubito che mi abbia stregato.
Pantalone. Contime mo, com’èla stada?
Lelio. Ieri, verso sera, andava per i fatti miei. Ella mi vide dalla finestra; bisogna dire che l’abbia innamorata quel certo non so che del mio viso, che innamora tutte le donne, e mi ha salutato con un sospiro. Io, che quando sento sospirar una femmina, casco morto, mi son fermato a guardarla. Figuratevi! I miei occhi si sono incontrati nei suoi. Io credo che in quei due occhi abbia due diavoli, mi ha rovinato subito, e non vi è stato rimedio.
Pantalone. Ti xe molto facile a andar zo col brenton2. Dimme, gh’astu fatto una serenada?
Lelio. Oh pensate! Passò accidentalmente una serenata. Io mi trovai a sentirla. La ragazza ha creduto che l’avessi fatta far io, ed io ho lasciato correre.
Pantalone. E ti t’ha inventà d’esser stà in casa dopo la serenata?