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364 ATTO SECONDO


ma l’amore, che ho concepito per voi, non me lo permette. Se siete un mercante comodo, non sarete un partito per me disprezzabile. Ma il resto del sonetto mi pone in maggiore curiosità. Lo finirò di leggere.

Lelio. (Che diavolo vi può essere di peggio!) (da sè

Rosaura. Io nacqui in Lombardia sott’altro cielo. Come si adatta a voi questo verso, se siete napoletano?

Lelio. Napoli è una parte della Lombardia.

Rosaura. Io non ho mai sentito dire, che il regno di Napoli si comprenda nella Lombardia.

Lelio. Perdonatemi, leggete le istorie, troverete che i Longobardi hanno occupata tutta l’Italia; e da per tutto dove hanno occupato1 i Longobardi, poeticamente si chiama Lombardia. (Con una donna posso passar per istorico). (da sè)

Rosaura. Sarà come dite voi; andiamo avanti.

          Mi vedete sovente a voi d’intorno.

Io non vi ho veduto altro che ieri sera; come potete dire, mi vedete sovente?

Lelio. Dice: vedete?

Rosaura. Così per l’appunto.

Lelio. È error di penna, deve dire vedrete; mi vedrete sovente a voi d’intorno.

Rosaura. Tacqui un tempo in mio danno, ed or mi svelo.

Lelio. È un anno ch’io taccio, ora non posso più.

Rosaura. All’ultima terzina.

Lelio. (Se n’esco, è un prodigio). (da sè

Rosaura. Sol per vostra cagion fo qui soggiorno.

Lelio. Se non fosse per voi, sarei a quest’ora o in Londra, o in Portogallo. I miei affari lo richiedono, ma l’amor che ho per voi, mi trattiene in Venezia.

Rosaura. A voi Rosaura mia, noto è il mio zelo.

Lelio. Questo verso non ha bisogno di spiegazione.

  1. Bett.: dominato.