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IL BUGIARDO 349

Colombina. L’avete detto o non l’avete detto?

Ottavio. L’ho detto...

Colombina. Dunque siete un mentitore, un bugiardo. (parte

SCENA IX1.

Ottavio, poi il Dottore.

Ottavio. Anche la cameriera si burla di me? Vi è pur troppo il bugiardo, ma non sono io quello, e non posso giustificarmi. Il signor Fiorindo mi assicura non esser vero che Lelio sia stato introdotto in casa, e molto meno che abbia seco loro cenato. Una serenata non reca pregiudizio all’onestà d’una giovine, onde mi pento d’aver creduto, e molto più mi pento d’aver parlato. Lelio è l’impostore, Lelio è il bugiardo, ed io, acciecato dalla gelosia, ho avuta la debolezza di credere e non ho avuto tempo di riflettere che Lelio è un giovinastro, venuto recentemente da Napoli. Come l’aggiusterò io con Beatrice? E quel che più importa, come l’aggiusterò con suo padre? Eccolo ch’egli viene; merito giustamente i di lui rimproveri 2.

Dottore3. Che c’è, signor Ottavio? Che fate in casa mia?

Ottavio. Signore, eccomi a’ vostri piedi.

Dottore. Dunque mi avete raccontate delle falsità.

Ottavio. Tutto quello ch’io ho detto, non fu mia invenzione, ma troppo facilmente ho creduto, e troppo presto vi ho riportato, quanto da un bugiardo mi fu asserito.

Dottore. E chi è costui?

Ottavio. Lelio Bisognosi.

Dottore. Il figlio del signor Pantalone.?

Ottavio. Egli per l’appunto.

Dottore. È venuto a Venezia?

Ottavio. Vi è giunto ieri, per mia disgrazia.

Dottore. Dov’è? È in casa di suo padre?

Ottavio. Credo di no. È un giovine scapestrato, che ama la libertà.

  1. È unita in Bett. alla scena preced.
  2. Bett.: i suoi rimproveri e che mi scacci villanamente di casa.
  3. Comincia nell’ed. Bett. la sc. X. Il dialogo bolognese del Dottore vedasi in Appendice.