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344 ATTO SECONDO

Colombina. Osservate. Il signor Florindo è venuto meno ancor esso per conversazione.

Dottore. Oh diavolo! Che cos’è quest’istoria? Presto, bisogna dargli soccorso. Piglia questo spirito e bagna sotto il naso Rosaura, ch’io assisterò questo ragazzo.

Colombina. Ecco, ecco, la padrona si muove. (bagnandola collo spirito

Dottore. Anche Florindo si desta. Vanno di concerto.

Rosaura. Oimè! Dove sono?

Dottore. Via, figlia mia, fatti animo, non è niente.

Florindo. (Povero me! Che mai ho fatto?) (s’alza, Vede il Dottore, e si vergogna

Dottore. Che cosa è stato, Florindo? Che avete avuto?

Florindo. Signore... non lo so nemmen io... Con vostra buona licenza. (parte confuso

Dottore. Se ho da dire la verità, mi sembra un pazzerello.

Colombina. Animo, signora padrona, allegramente.

Rosaura1. Ah signor padre, per carità...

Dottore. Figlia mia, non ti affligger più. Sono stato assicurato non esser vero ciò che mi è stato detto di te. Voglio credere che sia una calunnia, un’invenzione. Verremo in chiaro della verità.

Rosaura. Ma, caro signor padre, chi mai vi ha dato ad intendere falsità così2 enormi, così pregiudicievoli alla nostra riputazione?

Dottore. È stato il signor Ottavio.

Rosaura. Con qual fondamento ha egli potuto dirlo?

Dottore. Non lo so. Lo ha detto e s’impegna di sostenerlo.

Rosaura. Lo sostenga, se può. Signor padre, si tratta dell’onor vostro, si tratta dell’onor mio: non vi gettate dietro le spalle una cosa di tanto rimarco.

Dottore. Sì, lo ritroverò e me ne farò render conto.

Colombina. Aspettate. Anderò io a ritrovarlo. Io Lo condurrò in casa e, cospetto di bacco, lo faremo disdire.

Dottore. Va, e se lo trovi, digli che io gli voglio parlare.

Colombina. Or ora lo conduco qui a suo dispetto.3 (parte

  1. Bett.: uccidetemi, per carità.
  2. Bett.: bugie cotanto.
  3. Bett., Paper, ecc. aggiungono: In materia di condur gli uomini dove voglio, non la cedo a nessuno.