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334 | ATTO PRIMO |
Dottore. Se lo vedeste, non lo conoscereste?
Pantalone. Siguro, perchè el xe andà via puttello. Ma per le relazion ch’ho avude de elo, l’è un zovene de proposito, de bona presenza e de spirito.
Dottore. Ho piacere. Tanto più mia figlia sarà contenta.
Pantalone. Xe assae che no l’abbiè maridada avanti d’adesso.
Dottore. Vi dirò la verità. Ho in casa uno scolaro del mio paese, un certo signor Fiorindo, giovine di buona casa e d’ottimi costumi. Io ho sempre desiderato di darla a lui per moglie, ma finalmente mi sono assicurato ch’è contrarissimo al matrimonio1 e nemico del sesso femminino, onde ho risoluto di collocarla in qualch’altra casa. Finalmente son venuto da voi, e in quattro parole abbiamo concluso il miglior negozio di questo mondo.
Pantalone. E siora Beatrice la voleu maridar?
Dottore. Ora che marito Rosaura, se posso, voglio spicciarmi anche di lei.
Pantalone. Farè ben. Le putte in casa, specialmente co no gh’è la madre, no le sta ben.
Dottore. Vi è un certo signor Ottavio, cavalier padovano, che la prenderebbe, ma sin ad ora non ho voluto che la maggiore restasse indietro. Ora può darsi che gliela dia.
Pantalone. Sior Ottavio lo cognosso: cognosso so sior parea e tutta la so casa. Dèghela, che fe un bon negozio.
Dottore. Tanto più gliela darò, perchè voi mi date questo consiglio. Signor Pantalone, vi ringrazio d’avermi fatto condurre sin qui dalla vostra gondola. Vado in casa, vado a principiare il discorso a tutte due le mie figlie, ma specialmente a Rosaura, che, se non m’inganno, parmi di vedere in quegli occhi una grand’inclinazione al matrimonio. (apre la porta, ed entra in casa
- ↑ Padre.
- ↑ Pap. aggiunge: ch’è vergognosetto.