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IL BUGIARDO 333

Lelio. Il racconto delle avventure amorose non può aver grazia senza un po’ di romanzo. (entra in locanda

Arlecchino. Evviva le spiritose invenzion. (entra in locanda

SCENA XVI1

Una gondola condotta da due barcaiuoli, dalla quale sbarcano Pantalone e il Dottore, vestiti da campagna.

Dottore2. Grazie al cielo, siamo arrivati felicemente.

Pantalonea. Dalla Mira a Venezia no se pol vegnir più presto de quel che semo vegnui.

Dottore. Questo per me è stato un viaggio felicissimo. In primo luogo sono stato a Padova, dove in tre consulti ho guadagnato dieci zecchini. Questa notte sono stato in casa vostra trattato in Apolline, e poi soprattutto il matrimonio che abbiamo concluso fra il signor Lelio, vostro figlio, e Rosaura, mia figlia, mi colma d’allegrezza e di consolazione.

Pantalone. Xe tanti anni che semo amici, ho gusto che deventemo parenti.

Dottore. Quando credete che vostro figlio possa arrivare in Venezia?

Pantalone. Coll’ultima lettera ch’el m’ha scritto da Roma, el me dise che el parte subito. Ancuob o doman l’averave 3 da esser qua.

Dottore. Ditemi, caro amico, è poi un giovane ben fatto?4 Mia figlia sarà in grado di esser contenta?

Pantalone. Mi veramente xe vinti anni che no lo vedo. De dies’anni l’ho manda a Napoli da un mio fradello, col qual negozievimo insieme.

  1. Il linguaggio di Pantalone è tutto veneziano.
  2. Oggi.
  1. Nell’ed. Bett. è sc. XII: v. Appendice.
  2. Nell’ed. Bett. il Dottore parla in dialetto bolognese, come si vede in Appendice.
  3. Bett. e Paper.: l’averia.
  4. Paper. aggiunge: Forte, prosperoso?