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IL BUGIARDO 319

Colombina. Non posso più trattenermi.

Arlecchino. Ci rivedremo.

Colombina. Sì, ci rivedremo. Signor don Piccaro, vi riverisco. (entra

Arlecchino. Gnanca mi no m’ho portà mal. Dise ben el proverbi, che chi sta col lovo, impara a urlar. Faria tort al me padron, se andass via dal so servizio, senza aver impara a dir centomille busie. (va in locanda

SCENA VI.

Giorno.

Florindo e Brighella.

Brighella. Ecco qua: tutta la notte in serenada, e po la mattina a bonora fora de casa. L’amor, per quel che vedo, ghe leva el sonno.

Florindo. Non ho potuto dormire, per la consolazione recatami dal bell’esito della mia serenata.

Brighella. Bella consolazion! Aver speso i so bezzi, aver perso la notte, senza farsi merito colla morosa!

Florindo. Bastami che Rosaura l’abbia goduta. Io non ricerco di più.

Brighella. La se contenta de troppo poco.

Florindo. Senti, Brighella, intesi dire l’altr’ieri dalla mia cara Rosaura, ch’ella aveva desiderio d’avere un fornimento di pizzi di seta1; ora che siamo in occasione di fiera, voglio io provvederglieli, e farle questo regalo.

Brighella. Ben, e co sta occasion la poderà scomenzar a introdur el discorso, per discovrirghe el so amor.

Florindo. Oh, non glieli voglio dar io. Caro Brighella, ascoltami e fa quanto ti dico, se mi vuoi bene. Prendi questa borsa, in cui vi sono dieci2 zecchini; va in Merceria3, compra quaranta4 braccia di pizzi de’ più belli che aver si possono, a mezzo

  1. Bett., Pap. ecc.: di pizzi di Fiandra all’ultima moda.
  2. Bett., Paper, ecc., qui e dopo: trenta.
  3. Merzeria o marzaria, strada a Venezia che dall’Orologio di S. Marco «va per S. Salvatore a finire nel Campo di S. Bartolomeo»: v. Boerio, Dizion. del dialetto venez., cit.
  4. Bett., Pap. ecc.: trenta.