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238 | ATTO PRIMO |
Vittoria. Vi prego dirmi che cosa ha impegnato. Può essere che io non lo sappia.
Don Marzio. Andate, che avete un bel marito.
Vittoria. Mi volete dire che cosa ha impegnato?
Don Marzio. Son galantuomo, non vi voglio dir nulla.
SCENA XVIII.
Trappola colla scatola degli orecchini, e detti.
Trappola. Oh, son qui; ha detto il gioielliere (Uh! Che vedo! La moglie del signor Eugenio. Non voglio farmi sentire). (Da sè)
Don Marzio. Ebbene, cosa dice il gioielliere? (piano a Trappola)
Trappola. Dice che saranno stati pagati più di dieci zecchini, ma che non glieli darebbe. (piano a don Marzio)
Don Marzio. Dunque non sono al coperto? (a Trappola)
Trappola. Ho paura di no. (a don Marzio)
Don Marzio. Vedete le belle baronate che fa vostro marito? (a Vittoria) Egli mi dà in pegno questi orecchini per dieci zecchini, e non vagliono nemmeno sei.
Vittoria. Questi sono i miei orecchini.
Don Marzio. Datemi dieci zecchini, e ve li do.
Vittoria. Ne vagliono più di trenta.
Don Marzio. Eh, trenta fichi! Siete d’accordo anche voi.
Vittoria. Teneteli fin a domani, ch’io troverò i dieci zecchini.
Don Marzio. Fin a domani? Oh, non mi corbellate. Voglio andar a farli vedere da tutti i gioiellieri di Venezia.
Vittoria. Almeno non dite che sono miei, per la mia riputazione.
Don Marzio. Che importa a me1 della vostra riputazione! Chi non vuol che si sappia, non faccia pegni. (parte)
- ↑ Bett.: Cosa m’importa a me.