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Ottavio1. Signore mie, per rimediare in parte al discapito della nostra riputazione, direi che fosse ben fatto unire fra di noi le cento doppie, e farle avere alla signora Rosaura, prima della sua partenza. Io ne esibisco trenta, che tengo in questa borsa.

Eleonora. Per parte mia, eccone sei.

Clarice. Ed io ve ne posso dar otto.

Ottavio. E voi dame, e voi cavalieri, concorrete a quest’opera degna di noi. (va a’ tavolini, e tutti danno denari)

Eleonora. Temo che Rosaura sarà partita.

Clarice. Così presto non crederei.

Ottavio. Ecco raccolte le cento doppie. Vado a presentarle per parte della nobiltà alla signora Rosaura. (via)

Eleonora2. Il conte Ottavio è veramente cavaliere.

Clarice. Ma il conte Lelio non ha restituito l’orologio.

Eleonora. Rosaura di quello non ha parlato.

SCENA XIII3.

Conte Onofrio e detti.

Onofrio. Dov’è mia moglie?

Eleonora. Dama indegna!

Clarice. Cavaliere senza riputazione!

Eleonora. Scrocco.

Clarice. Parassito.

Eleonora. Scorno della nobiltà.

Clarice. Obbrobrio della nazione.

Onofrio. Parlate con me?

SCENA XIV4.

Conte Ottavio, e detti.

Ottavio. Non siamo più in tempo. La signora Rosaura è partita. Però, se approvate il mio consiglio, con queste cento

  1. Comincia nelle altre edd. la sc. XIV.
  2. Comincia nelle edd. Paperini, Gavelli e qualche altra la sc. XV.
  3. Così nell’ed. Bettinelli. Manca nelle edd. Pasquali, Zatta ecc.
  4. Così nell’ed. Bettinelli. E sc. XVI, o ultima, nell’ed. Paperini. Manca questa parte nelle edd. Pasq., Zatta ecc.