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LE FEMMINE PUNTIGLIOSE | 187 |
Eleonora. Conte, in via d’onore, da cavaliere qual siete, e sotto pena di essere dichiarato mendace, se non dite la verità, narrate voi la cosa com’è.
Lelio. Voi mi astringete a farlo con un forte scongiuro, e la signora donna Rosaura mi fa arrossire con i suoi giusti risentimenti. Contessa Beatrice, voi avete avuto le cento doppie per introdurla, ed io per mia confusione ho stabilito il contratto.
Beatrice. E voi, in prezzo della mediazione, avete avuto l’orologio d’oro.
Ottavio. Oimè! Che orribili cose ci tocca a’ giorni nostri a sentire! Una dama vende la sua protezione, mercanteggia sull’onore della nobiltà, mette a repentaglio il decoro della città, della nazione, dell’ordine nostro, del nostro sangue? Un cavaliere non solo tollera e permette che si profanino i diritti delle nostre adunanze, ma vi coopera, e vi presta la mano, e ne promuove gli scandali? Dame, cavalieri, ascoltatemi: osservare minutamente i puntigli, è cosa che qualche volta ci pone in ridicolo; ma conservare illibato il nostro ordine, questo è il vero puntiglio della nobiltà.
Lelio.(Il rimorso mi confonde. Il nuovo sole non mi vedrà più in Palermo). (da sè, parte)
Beatrice. A una dama mia pari si fanno di questi insulti?
Eleonora. Tacete, che le dame non trattano come voi.
Beatrice. Domani ne parleremo.
Ottavio. Domani vostro marito sarà chiamato da chi s’aspetta.
Beatrice. (Domani anderò in campagna, e non mi vedranno mai più)1. (da sè, parte)
SCENA ULTIMA.
La contessa Eleonora, la contessa Clarice, il conte Ottavio,
Dame e Cavalieri.
Ottavio. Signore mie, per rimediare in parte al discapito della nostra riputazione, direi che fosse ben fatto unire fra di noi
- ↑ Altra è la fine di questa scena, e della commedia, nelle edd. Bettinelli e Paperini, come si vede in Appendice.