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176 ATTO TERZO

Florindo. Pur troppo è la verità.

Pantalone. Se la me avesse bada a mi, no ghe saria successo sto inconveniente.

Florindo. Causa mia moglie.

Pantalone. Causa el mario, e no la muggier. Col mario no segonda, la muggier no pol gnente.

Florindo. Basta, avete fatto bene a venirmi a favorire, mentre aspetto il carrozzino e subito parto.

Pantalone. La farà come stamattina.

Florindo. Non ci è pericolo.

Pantalone. E la consorte cossa disela?

Florindo. È stata ella che mi ha fatto risolvere a partir subito.

Pantalone. Ah, donca la va via per conseggio della muggier? Co la lo fa perchè la muggier lo conseggia, anca sta volta la farà un sproposito.

Florindo. Mi persuadereste voi ch’io restassi1 a Palermo?

Pantalone. Sior sì, stamattina l’averia persuaso a andar via; stassera ghe digo che el doveria restar qua.

Florindo. Da che nasce la varietà della vostra opinione?

Pantalone. Dalla varietà delle circostanze. Stamattina l’andava via avanti che ghe fusse stà fatto2 sto affronto, e la so partenza giera un atto de virtù, che prevegniva i disordini. Adesso che l’affronto è seguìo, la so partenza xe un atto de viltà, che mazormente faria rider i so nemici.

Florindo. Prima però di partire, daremo segni del nostro risentimento.

Pantalone. Come, cara ela?

Florindo. Mia moglie ha in mente il disegno di vendicarsi a dovere, senza far strepito.

Pantalone. Ecco qua; tutto la muggier. Mo cossa xelo elo? La me perdona, un pappagallo3?

Florindo. Io per la mia parte ho fatto quello doveva: e domani si saprà che ho spirito per risarcire le offese fattemi4.

  1. Bett.: Ma voi mi persuadereste restar.
  2. Bett.: che i ghe fosse.
  3. Bett.: un pampalugo?
  4. Bett.: per risarcirmi.