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LE FEMMINE PUNTIGLIOSE 137

sa nemmeno come parlare. Tutto prendono in mala parte, tutto le mette in ardenza. Pur troppo è vero: i puntigli delle donne fanno impazzire i poveri uomini. (parte)

SCENA XV.

La contessa Beatrice, la contessa Clarice, Donna Rosaura, il conte Onofrio e il conte Lelio.

Rosaura. La carrozza della signora contessa Clarice non è ancor venuta, onde per non farla maggiormente arrossire colla mia conversazione, anderò via, se mi date licenza. (a Beatrice)

Clarice. Oh cara donna Rosaura, che dite? Voi avete preso in sinistra parte le mie parole. Godo infinitamente della vostra conversazione, e mi rincresce che l’ora è tarda; che per altro vi pregherei lasciarvi servire nella mia carrozza, e vi condurrei per Palermo senza alcuna difficoltà1. (Il dirlo non mi costa niente). (da sè)

Rosaura. Mi sorprende questa vostra inaspettata dichiarazione, la quale non corrisponde certamente al trattamento che ho ricevuto sinora da voi e dalla contessa Eleonora.

Clarice. Oh, in quanto a quella pazza di Eleonora, non occorre abbadarvi. Ella è sempre così. Anzi mi sarò burlata delle sue caricature, e voi avrete creduto che io ridessi di voi. Me ne dispiace infinitamente.

Lelio. (Che2 femmine accorte! che femmine maliziose!) (da sè)

Clarice. Che dite, amica, vi do piacere? (piano a Beatrice)

Beatrice. (Vi sarò eternamente obbligata)3. Posso assicurarvi, signora donna Rosaura, che la contessa Clarice è piena di buon cuore, e non è nè superba, nè puntigliosa.

Clarice. Guardimi il cielo! Voglio bene a tutti. Tratto bene con tutti e non fo male creanze a nessuno. Anzi, per farvi vedere che fo stima di voi, oggi verrò a visitarvi. (a Rosaura)

Rosaura. Sarò infinitamente obbligata alle vostre finezze.

  1. Bett.: senza una difficoltà immaginabile.
  2. Bett.: Gran.
  3. Nell’ed. Bett. segue qui Clarice: Per farvi vedere che ho qualche stima di voi ecc.