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128 ATTO PRIMO

Rosaura. Ehi? (chiama)

Brighella1. Lustrissima.

Rosaura. Senti, porta subito subito venti libbre di cioccolata a casa della contessa Beatrice. (piano a Brighella)

Brighella. Subito la servo. (parte)

Beatrice. Oh via, andiamo. Conte Onofrio, date mano alla signora donna Rosaura.

Onofrio. Volentieri, son qui, la mia ragazza2. (a Rosaura)

Rosaura. Fiorindo, servite la signora Contessa.

Beatrice. Eh no, non v’incomodate. Conte Lelio, favorite. (chiama Lelio)

Lelio. Ma se si esibisce l’amico Florindo...

Beatrice. Andiamo, andiamo. (prende Lelio per la mano)

Rosaura. Mio marito verrà in carrozza con noi? (a Beatrice)

Beatrice. In carrozza non vi si sta che in quattro. Verrà a piedi.

Rosaura. Basta... abbiamo anche noi la nostra carrozza.

Beatrice. Dunque verrà colla vostra. (parte con Lelio)

Rosaura. Florindo, abbiate pazienza.

Onofrio. Ehi? Avete buon cuoco? (a Florindo)

Florindo. Sì signore, buono.

Onofrio. Lo proveremo. (parte con Rosaura)

SCENA XII3).

Don Florindo solo.

Ed io ho da andare a piedi, o solo nella mia carrozza a vettura? E il signor conte Onofrio mi usa questa bella creanza? E la signora contessa Beatrice, che vuol trattar mia moglie, fa di me questa stima? E quel che è peggio, mia moglie lo comporta? Ma io sono stato una bestia. Me l’ha detto il signor Pantalone, me l’ha detto. Rosaura ha pagate le cento doppie, e queste serviranno a comprarci mille dispiaceri, mille torti, mille affronti. Tra i mercanti, io era distinto. Qui, tra i cavalieri, non

  1. Qui comincia nell’ed. Bett. la sc. XIV.
  2. Bett.: ragazzotta.
  3. Questa sc. è unita con la precedente nell’ed. Bett.