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LE FEMMINE PUNTIGLIOSE | 113 |
Florindo. Il signor Pantalone è tutto bontà, tutto gentilezza. Sentite le belle esibizioni ch’egli ci fa. Ci offerisce la buona grazia d’una signora sua nipote, la quale ci favorirà colla sua carrozza, e ci introdurrà alla conversazione.
Rosaura. È dama questa sua nipote? (a Pantalone)
Pantalone. No la xe dama; ma la xe unà delle prime mercante de sta città1.
Rosaura. Va alla conversazione delle dame?
Pantalone. Va alle conversazion da par soo, de signore tutte oneste e civil, signore che no xe nobili, ma che gh’ha dei soldi2.
Rosaura. Signor Pantalone, la riverisco. (vuol partire)
Pantalone. Come! No la se degna de lassarse servir da mia nezza?
Rosaura. Sì, anzi mi farà piacere. (sprezzante)
Pantalone. Vago subito a dirghe che la se prepara per vegnirla a reverir3.
Rosaura. No, no, per oggi non s’incomodi. Mi duole il capo.
Pantalone. Donca la vegnirà doman.
Rosaura. Se starò bene, vi avviserò.
Pantalone. Mo gh’ala mal?
Rosaura. Mi duole il capo. Non posso nemmeno sentir parlare.
Pantalone. Co l’è cussì, per no disturbarla de più, vago via.
Rosaura. Scusi, di grazia. Quando mi duole il capo, non so che cosa mi dica.
Pantalone. Me despiase infinitamente. Sior don Florindo, bisogna remediarghe; no sentela che alla sposa ghe dol la testa?
Florindo. Lo so pur troppo. (Mia moglie ha il suo male nella testa, e mi dispiace che non vi è rimedio). (da sè)
Brighella4. Lustrissima, el sior conte Lelio desidera de reverirla. (a Rosaura)
Rosaura. Venga, è padrone. (a Brighella che parte)
Pantalone. Mo se ghe dol la testa, come farala a sentirlo a parlar? (a Rosaura)
Rosaura. La ragione per cui egli viene, interessa tutte le mie