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negare che Voi non siate felice? Non parlo già dell’avvenenza esterna del vostro corpo, la quale non è poi tanto necessaria negli Uomini; ma dell’interna proporzion delle parti, dell’armonia degli organi, ove l’anima le sue operazioni principalmente eseguisce, la quale interna perfezion delle parti, se agli occhi non comparisce, coll’uso e colla pratica si riconosce; quella egualità di temperamento, quella dolcezza di tratto, quella indifferenza per le vicende umane, la compassione verso de’ bisognosi, la moderazione nelle passioni, l’umiltà in mezzo alle magnificenze, sono virtù dell’anima, non impedite in Voi da alcuna mala organizzazione del corpo, onde vi riesce di eseguire tanti abiti virtuosi, senza il contrasto delle passioni e con facile studio della ragione. Anche la forma esterna è argomento dell’interna bellezza, e quantunque, come diceva, non sia necessaria nell’Uomo quella beltà di volto, di cui le Donne abbisognano, Voi avete anche questa prerogativa di più, e potete assicurare, colla dolcezza del vostro viso, la candidezza del vostro cuore.

Il quarto grado dell’umana felicità lo reputo io il nascere da Genitori onesti, molto più poi da nobili Genitori, e tanto questa si accresce, quanto più puro è il sangue che dà la vita1. Bene massimo egli è cotesto, perchè col sangue si traggono per lo più da’ nobili Genitori le inclinazioni magnanime e generose; e sarà un bene singolarissimo anche per questo, perchè gli Uomini lo rispettano, lo stimano e lo hanno in venerazione. Chi sa distinguere

  1. Segue nell’ed. Paperini (t. III, 1753) dove fu stampata la prima volta questa lettera di dedica: Vero è che l’origine di tutti noi da un solo Padre deriva, che la pasta onde siam formati è la medesima in tutti, e che di tutti egualmente struggesi collo stesso fine; ma non può negarsi però che coll’andar del tempo non siasi prodotta certa diversità fra gli Uomini, che fa distinguere dall’aspetto il nobile dal plebeo, siccome ancora gli Uomini di una nazione da quelli di un’altra. Ogni regola e soggetta alle sue eccezioni; accordo ancor io, e la pratica lo dimostra, che la Natura scherzando darà talvolta ad un pastorello un’immagine da Sovrano, ma per lo più si ravvisa il contrario, anzi per meglio dire, la natura giustifica per lo più coi lineamenti del volto la nobiltà dei natali. Sia ciò derivato per ragion dell’educazione, che a poco per volta ha regolato la macchina in virtù degli abiti virtuosi, o sia per la natura de’ cibi, che hanno resa più delicata la complessione, o per la qualità degli esercizj, che quanto men faticosi, tanto più rendono gentile il corpo e avvenente, certissima cosa e che il nascere da Genitori nobili e un maggior bene. Bene massimo egli e altresì cotesto ecc.