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80 ATTO TERZO

SCENA III.

Sala in casa del Dottor Geronio, con porta laterale chiusa ed una finestra dall’altra parte. Lumi sul tavolino.

Eleonora, poi Rosaura.

Eleonora. Chi mai è stato serrato da mio padre in questa camera? Confesso il vero che la curiosità mi spinge a saperlo. (si accosta e guarda per il buco della chiave) Oh, capperi, chi vedo! Il signor Lelio, figlio del signor Pancrazio! Che cosa fa in questa camera? (torna a guardare, come sopra)

Rosaura. Sorella, che fate qui?

Eleonora. Zitto, non fate rumore. (guarda, come sopra)

Rosaura. Che cosa guardate con tanta attenzione?

Eleonora. Qui dentro v’è un giovane rinserrato.

Rosaura. Un giovine? E chi l’ha fatto entrare colà?

Eleonora. Il signor padre,

Rosaura. Lo conoscete voi cotesto giovane?

Eleonora. Lo conosco certo. Egli è il signor Lelio, figlio primogenito del signor Pancrazio.

Rosaura. Fratello del signor Florindo?

Eleonora. Per l’appunto.

Rosaura. Ed è il primogenito?

Eleonora. Certamente. È figlio della sua prima moglie.

Rosaura. Dunque si mariterà prima di suo fratello.

Eleonora. Ragionevolmente dovrà esser così.

Rosaura. Ehi, ditemi. È bello questo signor Lelio?

Eleonora. È un giovane di buon garbo. Io mi prendo spasso a vedere certi atti d’ammirazione che egli va facendo. (guarda, come sopra)

Rosaura. Via, via, sorella, basta così. Non vi lasciate trasportare dalla curiosità. Questo è un vizio cattivo, da cui ne vengono delle pessime conseguenze.

Eleonora. E che cosa può avvenire di male, se guardo un giovane per il buco della chiave?

Rosaura. Poverina! Siete troppo ragazza e siete male allevata.