Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, III.djvu/71


IL PADRE DI FAMIGLIA 63

Pancrazio. Perchè Lelio è il maggiore.

Beatrice. Oh! oh! vi ha da essere la primogenitura anco nella minestra.

Pancrazio. Ovvia cominciamo? Voi sapete che vi ho più volte detto che a tavola non voglio grida. Prendete. (dà a lei la minestra che voleva dare a Lelio)

Lelio. Ed io l’ultimo di tutti?

Pancrazio. Prendi questa. Tu non sei mai l’ultimo, quando vai avanti a tuo padre. L’ultimo sarò io. (dà dell’altra minestra a Lelio)

Ottavio. Con sua licenza. Un’altra poca. (ne chiede dell’altra)

Pancrazio. Tenete: resterò senza io. (gli dà il piatto più grande)

Ottavio. Obbligatissimo alle sue grazie.

Pancrazio. Portate in tavola.

Trastullo. (Porta il cappone lesso, levando il piatto della minestra. Pancrazio taglia il cappone, Ottavio subito si prende un’ala.)

Pancrazio. (Guardate! Ha presa un’ala! Che screanzato!) (da sè) Signor maestro, le piace l’ala?

Ottavio. Assai. Sempre l’ala.

Pancrazio. Bravo! piace ancora a me.

Lelio. Io, se vi contentate, prenderò la groppa. (la prende)

Beatrice. Or ora non ve n’è più. (prende una coscia, e una ne dà Florindo)

Florindo. (Non la voglio). (a Beatrice piano)

Beatrice. (Perchè?) (da sè)

Florindo. (Se non ho la groppa, non mangio). (da sè)

Beatrice. Ehi, Lelio, datemi quella groppa.

Lelio. Signora, mi perdoni, piace anche a me.

Beatrice. Se piace a voi, voglio che la diate a me.

Lelio. Se la vuole per lei, è padrona, ma se fosse mai per mio fratello, non credo ne vorrà privar me, per darla a lui.

Beatrice. Egli non può mangiare, se non mangia la groppa.

Lelio. E se non può mangiare, lasci stare.

Beatrice. Impertinente! Sentite, signor maestro, queste belle risposte mi dà il signor Lelio.

Pancrazio. V’ho detto più volte che a tavola non si grida, e chi grida, fuori di tavola.