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60 | ATTO SECONDO |
Florindo. Bene, bene, lasciate che vada a nascondere il sacchetto, e questa sera lo spartiremo.
Ottavio. Date qui, che lo nasconderò io.
Florindo. Di voi non mi fido.
Ottavio. Nè io di voi.
Florindo. I danari li ho presi io.
Ottavio. Se non mi date la mia parte, lo vado a dir subito a vostro padre.
Florindo. Via, come abbiamo da fare?
Ottavio. Qui non vi è nessuno. Presto, presto, dividiamo la borsa.
Florindo. Faremo a sorte, senza contare.
Ottavio. Sì, sì, mettete qui. (gli presenta il cappello, e Florindo vi getta parte delle monete)
Florindo. Oh! basta, basta. Credo che la parte sia giusta.
Ottavio. Fate una cosa. Tenete voi questi del cappello, e date a me il sacchetto, e vedrete che bel giuoco farò io con questo.
Florindo. Tenete pure, per me è lo stesso.
Ottavio. Or ora torno. (parte)
SCENA XI.
Florindo e Trastullo.
Florindo. In questo cappello i denari non istanno bene. È meglio che me li metta in tasca. (li va riponendo)
Trastullo. Bravo! Signor Florindo, mi rallegro con lei.
Florindo. Zitto, non dite nulla a mio padre.
Trastullo. Che non dica nulla? Oh! mi perdoni, son servitor fedele, e queste cose al padrone non si devon nascondere.
Florindo. Tenete questi denari e tacete.
Trastullo. Ah! Come la mi tura la bocca in questa maniera, non parlo più per cent’anni; anzi se vossignoria ha bisogno d’aiuto, mi comandi liberamente, e vedrà se la servirò. Quando i figliuoli di famiglia passano di concerto con i servitori, poche volte il padre arriva a scoprire la verità. (parte)