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tanto più che il pantalone Cesare D’Arbes, interprete, se non ispiratore principale di gran parte fino allora delle commedie goldoniane, e già autore, per dir così, del patto col Medebach a Livorno e del ritorno dell’avvocato veneziano al teatro e alla sua patria, abbandonava quasi d’improvviso Venezia e l’Italia, chiamato alla Corte d’Augusto III di Polonia. Dolore, non avvilimento. Mentre gli abbonati disdicevano i palchi per il nuovo anno, e i nemici gongolavano, e l’abate Chiari ruminava un romanzesco Erede fortunato, in 5 atti, per l’apertura della stagione comica d’autunno «da rappresentarsi nel teatro Grimani di S. Gio. Crisostomo» (L’Erede fort., s. n., Ven. 1751), Carlo Goldoni nell’ultima sera del carnovale gettava baldanzosamente ai rivali e al pubblico la promessa o sfida, che si suole chiamare delle 16 commedie, per bocca di Bettina, la putta onorata (codd. Cicogna 1408 e 1410, già 338 e 360, nel Museo Civico di Ven.):

                                   Una cossa, che so.
               Ve digo in confidenza, ma con patto
               Ch’el Poeta no sappia gnente affatto.
                                   Sto progetto l’ha fatto
               Che le Commedie soe de st’anno e l’altro
               No le l’abbia mai più da veder altro;
                                   E osservando da scaltro,
               Che Venezia va drio alle novità.
               Tutte Commedie niove el produrrà;
                                   E se ghe ne farà.
               Se la so fantasia no vien al manco,
               Una alla settimana per el manco.

G. O.


Questa commedia fu stampata la prima volta dal Bettinelli di Venezia l’anno 1752, nel t. III, e fu ristampata a Bologna (Pisarri, III, ’53 e Corcioiani, III, ’53). Uscì di nuovo a Firenze, l’anno 1754, nel t. VI dell’ed. Paperini, in una lezione un po’ diversa, per il bando quasi interamente dato alle maschere e al dialetto; e così fu poi successivamente stampata a Pesaro (Cavalli, VI, ’54) a Torino (Fantino-Olzati, VIII, ’56 e Guibert-Orgeas, XIII, ’74), a Venezia (Savioli VI, ’71; Pasquali. XV, ’74?; Zatta, cl. 2. a, t. XI, ’91) a Lucca (Bonsignori) a Livorno (Masi) e altrove nel Settecento. La presente ristampa fu compiuta principalmente sul testo del Pasquali, ma reca in nota le varianti e in Appendice le scene dell’ed. Bettinelli più tardi modificate. Valgono le osservazioni già fatte per le precedenti commedie. La data della recita delle edd. Paperini, Pasquali ecc. «Mantova, primav. 1749» ripugna con le date che si leggono nella sc. 9 del III atto. Più fantastica è quella dello Zatta «in Venezia l’aut. dell’anno 1736».

Il N. U. Zuanne Valier, a cui è dedicata l’Erede, nacque nella contrada di S. Vidal da Francesco e da Chiara Bembo ai 15 febbr. 1709; sposò nel ’34 D. Lucia Morosini che lo fece padre di ben 6 figli maschi e d’una femmina; fu nominato Senatore nel '55; vide cadere la Repubblica e morì quasi centenario nel 1808 (Cicogna, Inscriz. ined., nel Museo Civico di Ven.), sopravvivendo di non pochi anni all’amico Nicolò Balbi, insieme col quale nel 1775 aveva ricevuto nel casino sotto le Procuratie un visitatore illustre, Giuseppe II (v. Relaz. del Balbi).

Fine del terzo volume.