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IL PADRE DI FAMIGLIA 53

SCENA V.

Altra camera di Pancrazio.

Fiammetta, fuggendo da Florindo.

Fiammetta. Via, dico, lasciatemi stare.

Florindo. Fermate, sentite una sola parola.

Fiammetta. Se volete che io vi ascolti, tenete le mani a voi.

Florindo. Io non vi tocco.

Fiammetta. Se non avete giudizio, lo dirò a vostro padre.

Florindo. Possibile che io vi voglia tanto bene, e che voi non mi possiate vedere?

Fiammetta. Non vi posso vedere, perchè siete così sfacciato.

Florindo. Cara Fiammetta, compatite se qualche volta eccedo; ciò proviene dal grand’amore che vi porto.

Fiammetta. Eh, non vi credo.

Florindo. Dal primo giorno che siete venuta in questa casa, ho concepito dell’amor per voi. Ogni giorno più è andato crescendo, ed oramai non posso resistere. La vostra modestia mi ha finito d’innamorare, e sono invaghito a segno di voi, che sarei pronto a sposarvi, se voi lo voleste.

Fiammetta. Sposarmi?

Florindo. Certamente.

Fiammetta. Se credessi che moriste dopo tre giorni, vi sposerei.

Florindo. Perchè crudele, perchè?

Fiammetta. Perchè, dopo tre giorni, son sicura che ve ne pentireste.

Florindo. Sarebbe impossibile che io mi pentissi di una cosa fatta con tanto genio.

Fiammetta. Come volete ch’io creda che abbiate genio con me, se fate il cascamorto con tutte le donne?

Florindo. Io! Non è vero. Sono tre mesi che non guardo una donna in faccia, per amor vostro.

Fiammetta. Eppure io so che stamattina siete stato da una bella ragazza.