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L'EREDE FORTUNATA 593

Pancrazio1. Signor Dottore, se ella mi vuol favorire di bere quel sorbetto, che secondo la sua opinione non si sarebbe mai gelato, è venuto il tempo. Siamo di nozze.

Dottore. Caro signor Pancrazio, ho paura che le nozze vogliano esser magre.

Pancrazio2. Anzi ella vedrà, se saprò farmi onore.

Dottore. Ditemi, come vanno i vostri negozi?

Pancrazio. Benissimo, per grazia del cielo.

Dottore. Come vanno gli affari di Parigi?

Ottavio. Come entrate voi, signore, nei nostri affari?

Dottore. Per zelo, per premura del vostro bene. (Poverino! non sa nulla). (da sè)

Pancrazio3. Osservi una lettera avuta questa mattina dai miei corrispondenti Comelli e Duellon. Confessano aver di mio nelle lor mani trentamila franchi a mia disposizione. (moslra la lettera al Dottore)

Dottore. (Questa lettera è tutta all’opposto dell’altra). (da sè) E da Livorno, che nuove avete?

Pancrazio4. Osservi; sono arrivate in porto sane e salve le mie due navi, provenienti da Lisbona, cariche per conto mio. (gli mostra l’altra lettera)

Dottore. (Oh diavolo!) E a Milano come va?

Pancrazio5. Ecco una lettera di Milano. Monsù Ribes, mio ministro...

Dottore. È fuggito.

Pancrazio6. Signor no, viene a Venezia per fare il bilancio, e mi porterà almeno diecimila scudi.

Dottore. (Io non lo so capire). (da sè) Eppure per la piazza si discorreva diversamente.

  1. Bett.: «Pant. Sior Dottor, xe vegnù el tempo, se la me vol favorir, de bever quel sorbetto che, segondo ela, no s’averave zelà. Semo da nozze».
  2. Bett.: «Pant.: Anzi la vedarà che se faremo onor».
  3. Bett.: «Pant. La varda una lettera, avuda stamattina, dei mi corrispondenti Comelli e Duellon. I confessa aver del mio in te le man trentamille franchi a mia disposizion».
  4. Bett.: «Pant. La varda; xe arrivà in porto sane e salve le do mie nave, provenienti da Lisbona, cariche per conto mio».
  5. Bett.: «Pant. Ecco una lettera de Milan. Monsù Ribes, mio ministro...»
  6. Bett.: «Pant. Sior no; el vien a Venezia a far i conti, e el me portare almanco diesemile scudi».