Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, III.djvu/58

50 ATTO SECONDO

Pancrazio. Ma che? non sono tornati a casa insieme?

Beatrice. Oh pensate! Lelio ha piantato il maestro.

Pancrazio. Ha piantato il maestro? Come torna, voglio che mi senta.

Beatrice. Verrà a tavola a ora di pranzo colla solita sua franchezza; e voi non gli direte nulla, e lo lascerete mangiare senza dirgli una parola.

Pancrazio. A tavola io non grido. Se ho qualche cosa co’ miei figliuoli, piuttosto li mando a mangiare in camera, e così li mortifico senza gridare.

Beatrice. Sentite, finchè non farete la risoluzione di mandar via Lelio, non avremo mai bene.

Pancrazio. Perchè? Che cosa vi fa egli mai?

Beatrice. Egli inquieta tutti: a me non porta rispetto: calpesta il povero suo fratello e lo maltratta: si ride del maestro: infastidisce la servitù; insomma non si può tollerare.

Pancrazio. Io non dico che Lelio sia la miglior creatura del mondo; ma tutte queste cose che dite di lui, io non le ho ancora vedute.

Beatrice. Già si sa, non bisogna toccargli il suo primogenito.

Pancrazio. Si può parlare una volta tra marito e moglie d’amore e d’accordo, senza rancore e a cuore aperto?

Beatrice. Io non parlo mai; non potete dire che io sia di quelle che vogliono censurare ogni cosa.

Pancrazio. Ovvia, venite qua, sedete vicino a me, e discorriamo di una cosa che molto mi preme, e che deve premere anche a voi.

Beatrice. Dite pure, vi ascolto.

Pancrazio. M’è stato detto che il signor Geronio vuol maritare una delle sue figlie...

Beatrice. M’immagino sarà la signora Eleonora, perchè la signora Rosaura si è ritirata con sua zia e dice di non si voler maritare.

Pancrazio. O bene; sarà dunque la signora Eleonora. Un amico che mi vuol bene, mi ha avvisato di ciò, e considerando che io ho due figli, mi ha fatto toccar con mano che un miglior partito di questo per la mia casa non potrei trovare. Che cosa dite su questo particolare? Ci avete alcuna difficoltà? Parlatemi