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IL PADRE DI FAMIGLIA | 49 |
Florindo. Se vi contentaste che la sposassi, tutto andrebbe bene.
Beatrice. Io per soddisfarti mi contenterei, ma tuo padre non si contenterà.
Florindo. Basta che voi vogliate, dirà di sì.
Beatrice. Sarà difficile. Vorrà ammogliare tuo fratello maggiore.
Florindo. Ed io sapete che cosa farò?
Beatrice. Che cosa farai?
Florindo. Anderò via; mi farò soldato, nè mi vedrete mai più.
Beatrice. Taci, cattivello, taci che mi fai morire. E avresti cuore di abbandonar tua madre?
Florindo. E voi avete cuore di veder penare il vostro unico figlio?
Beatrice. Se stesse in mio potere, ti consolerei.
Florindo. Sta a voi, se volete. Ecco mio padre, non perdete tempo. Parlategli subito, e ricordatevi che, se non mi sposo ad Eleonora, prenderò un laccio e mi appiccherò. (parte)
SCENA IV.
Beatrice e Pancrazio.
Beatrice. Fermati, senti. Oh povera me! In che imbarazzo mi trovo. Amo questo mio figlio più di me stessa e l’amore che io ho per lui mi fa chiudere gli occhi a tutto quello che può essere di pregiudizio a mio marito, alla mia casa, a me stessa. Ben venuto.
Pancrazio. Bondì a V. S. (turbato)
Beatrice. Che avete? Mi parete alquanto turbato.
Pancrazio. Eh niente, niente, sono un poco stracco.
Beatrice. Volete sedere?
Pancrazio. Sì, sederò volentieri. Non v’è nessuno che porti una sedia?
Beatrice. Non v’è nessuno, ve la darò io.
Pancrazio. O brava: siate benedetta!
Beatrice. (Bisogna prenderlo colle buone). (da sè)
Pancrazio. (Oggi è di buona luna). (da sè) Dove sono i ragazzi?
Beatrice. Florindo studia. Lelio sa il cielo dove sarà.