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L'AUTORE
A CHI LEGGE.1
Non è da credersi che ciò derivi né dalla volontà dell’Autore, nè dalla negligenza degli Editori, poiché e l’uno e gli altri trovando il loro vantaggio nella edizione, nulla più desiderano, che dar piacere all’universale, accelerare il proprio interesse, e terminare l’impresa. Le cagioni3 esser possono molte, e moltissime ne ho io incontrate, alcune delle quali tacer io deggio, contentandomi solamente di porre in vista la correzione ad alcune Commedie laboriosissima, per cui mancavami talora il tempo a causa degl’impegni miei a tutto il Mondo palesi. Le discrete querele che da non pochi per cotal ritardo si formano, siccome da veruno interesse non possono esser prodotte, non avendo io per onesto fine richiesta anticipazione veruna, derivano certamente da un affetto che concepito hanno per l’Opere mie, da qualche stima che fanno di esse, e dal desiderio di leggerle prestamente; questo è quello che maggiormente mi onora, e qualunque volta io senta per cotal causa lagnarsi alcuno, questi (dico fra me medesimo) mi ama davvero, e le Commedie mie gli son care.
Rendo le più umili grazie alla benignità de’ miei Protettori, de’
- ↑ Si noti come quest’avvertenza, stampata la prima volta nel 1754 in testa alla commedia, nel t. VI dell’ed. Paperini di Firenze, non serva propriamente di introduzione: ma tale fu riprodotta ancora nell’ed. Pasquali, molti anni più tardi.
- ↑ Segue nell’ed. Paperini: in numero di mille settecento cinquanta.
- ↑ Pap. aggiunge: del ritardamento.