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dell’avvocato sono esposti con luminosa efficacia in questa commedia, che i forensi dovrebbero tenere davanti come un codice de’ propri doveri»: C. Gold. Avvoc., in Nuova Antol., vol. XLII, 13 dic. 1883. (Si cita da’ bibliografi la conferenza giovanile di E. Pietriboni, L’Avv. venez. di G., Padova, 1894). Già nell’Uomo prud. la scena aveva offerto la vista di un tribunale, con esempio del resto non raro nelle tradizioni del teatro pubblico, e nella Donna di g. la stessa Rosaura aveva sostenuto una tesi di diritto. A noi simile apparato non piace, nel mezzo di una commedia familiare, e non c’interessa. Benchè rappresentato anche nell’Ottocento, per es. nel ’24 a Torino (Costetti, La Camp. R. Sarda, cit.), nel ’58, nel ’59 e nel ’73 a Modena (Tardini, La dramm. nel t. Comun. di Mod., Modena 1898-1904; e misc.ea moden., Mod. a C. G., 1907). e fino a Zara nel ’47 (Il Dalmata, 27 febbr. 1907) l’Avvoc. veneziano ha forse perduto il suo vigore artistico e resta sopra tutto quale documento storico-letterario. Il Rabany (C. G. cit., Paris, 1896, p. 160) lo considera come il tipo della tragedia borghese «fondèe sur le mise en oeuvre dramatique des conditions» avanti Diderot: ma è più strano che felice il paragone che fa della lotta interna d’Alberto con quella di Chimene nel Cid. Pur troppo l’amore non riscalda più il cuore dell’eroe goldoniano e anche Rosaura ha scarsi accenti di passione; tuttavia, tolta la bella eloquenza, qualche indimenticabile scorcio del Settecento perpetuerà ancora l'arte del commediografo, come nella sc. 8 dell’A. III, dove Rosaura parla alla mano di Alberto: «Oh dolcissima mano! Tu non mi fuggirai certamente», fin che sopraggiunge la scaltra Beatrice.

G. O.


Questa commedia fu stampata per la prima volta l’anno 1752, nel t. III dell’ed. Bettinelli di Venezia, dopo la Famiglia dell’Ant.: il qual posto, assegnato dall’autore, conserva tuttavia. Nel 1754 uscì a Firenze, nel t. VI della ed. Paperini, e quindi a Pesaro (Gavelli, VI, ’54) e Torino (Fantino-Olzati, VII, ’56); a Ven. fu stampata ancora nel ’65 (?) dal Pasquali (t. VIII), nel ’71 dal Savioli (t. X), nel ’90 dallo Zatta (t. I, cl. 2a), nel ’96 dal Garbo (t. XI). Taccio le edd. Corciolani (Boi.), Guibert-Orgeas (Tor.), Masi (Liv.), Bonsignori (Lucca) e altre. La presente ristampa fu compiuta principalmente sul testo del Pasquali, posto a confronto con le edd. che precedettero e seguirono. Valgono, circa la grafia, le osservazioni già fatte per la precedente commedia, a pag. 406. Le note a piè di pagina, segnate con lettera alfabetica, appartengono a Goldoni, quelle con cifra al compilatore. La data della recita che si legge nelle intestazioni dell’ed. Pasq. (carn. ’54) e dell’ed. Zatta (carn. ’53) è sbagliata: le altre edd. tacciono.

Di Bernardo Valier, della contrada di S. Silvestro, a cui fu dedicata la commedia (e abbiamo due diverse lettere di dedica: vedi a pag. 409 e a pag. 507) si sa che nacque ai 15 febbr. 1711 da Zaccaria e da Lucia Donnini; e fu avogadore di comun, senatore e del Consiglio dei X: morì nel 1768. Di Gold., ch’era in Francia, parla un viglietto al Valier di Stef. Sciugliaga, dei 4 febbr. 1 764. pubbl. del Mantovani (C. G. e il Teatro di S. Luca ecc., Milano, 1885, pag. 211).