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480 ATTO TERZO

Alberto. Mettemose al nostro logo. (ognuno prende il suo posto) Sior Lelio, comodeve dove che volè.

Lelio. Sto qui ad ammirare la vostra virtù. (si pone in disparte)

SCENA II.

Il Dottor Balanzoni con delle scritture. Rosaura col velo su gli occhi, vestita modestamente, un Sollecitatore e detti.


(Si salutano tutti fra di loro. Rosaura non guarda Alberto, nè Alberto Rosaura. Il Dottore dà ad essa la mano, e la fa sedere su la banca. Poi siede col1 suo Sollecitatore al fianco.)

Poi viene il Giudice in toga, il Notaro, il Comandador, ed il Lettore. Tutti s’alzano.
(Il Giudice va a sedere nel mezzo. Il Notaro da una parte. Il Comandador in piedi dietro al Giudice. Il Lettore in piedi, presso il ta’volino del Giudice, dalla parte del Dottor Balanzoni.) Giudice. (Suona il campanello.)

Dottore. (S’alza) Siamo qui, illustrissimo signore, per definire la causa Balanzoni e Aretusi. Vossignoria illustrissima non ha voluto leggere la mia scrittura di allegazione; comandi dunque: che cosa ho da fare?

Giudice. Non ho voluto leggere la vostra scrittura d’allegazione in questa causa, perchè io, secondo il nostro stile, non ricevo informazioni private. Le vostre ragioni le avete a dire in contradditorio.

Dottore. Le mie ragioni sono tutte registrate in questa scrittura; se vossignoria illustrissima la vuol leggere....

Giudice. Non basta che io la legga; l’ha da sentir il vostro avversario. Se volete, vi è qui il lettore, che la leggerà.

Dottore. Se si contenta, la leggerò io.

Giudice. Fate quel che vi aggrada.
(Il Lettore va dall'altra parte e si pone a sedere indietro. Il Dottore siede, e legge la scrittura d’allegazione. Alberto colla sua penna da lapis va facendo le sue annotazioni. Rosaura con gli occhi bassi mai guarda Alberto, nè egli mai Rosaura.

  1. Bett. e Pap.: ancor lui col.