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A SUA ECCELLENZA
IL SIGNOR
BERNARDO VALIER
Patrizio Veneto e Senatore Amplissimo1.
Q
UAND’ebbi l’onore di dedicare a V. E. il mio Avvocato Veneziano, ella copriva allora l’illustre, autorevole carico di Avvogador di Comun2. Per questa via, tanto onorifica, quanto difficile e laboriosa, ella è pervenuta al grado eccelso di Senatore, ed io in questa mia novella edizione mi consolo con V. E. che lo ha meritato, e con l’augusta Patria che ha riconosciuto il merito e ricompensato. Infatti, che altro fa una Repubblica, esaltando e ricompensando i suoi Cittadini, che dar gloria a se stessa ed animare i membri che la compongono ad esser utili al suo Governo? Fra tutte le strade che conducono i Patrizi Veneti alla dignità Senatoria, V. E. ha calcato la più spinosa; ma là è, dove ha potuto meglio brillare il di Lei talento, esercitando la pietà e la giustizia, che sono in Lei due virtù indivisibili e connaturali. Mi pare sentirmi dire da qualcheduno: Questa colleganza di pietà e di giustizia è il solito elogio che si dà a tutti quelli che hanno qualche pubblico impiego, come se uno potesse esser giusto senza esser pio, e potesse esser pio senza esser giusto. Io trovo la riflessione assai ragionevole; poiché la vera pietà, nell’animo di chi la esercita, non va mai disgiunta dalla giustizia, e la giustizia e un atto di pietà particolare, quando benefica, e un atto di pietà universale, quando castiga. Ma nel
- ↑ Questa lettera di dedica fu stampata la prima volta nel t. VIII (1765?) dell’ed. Pasquali di Venezia, diversa affatto da quella che usci nel t. III (1732) dell’ed. Bettinelli e che offriamo in» Appendice
- ↑ I tre avvogadori (advocatores comuniatis), ossia avvocati o giudici del fisco a Venezia, esercitavano, come si sa, l’ufficio di pubblico ministero nelle cause civili e criminali, custodivano le leggi della Repubblica e il libro d’oro ecc.: v. Ferro, Mulinelli e cento altri.