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Isabella. Per qual motivo?

Colombina. Acciò non parli.

Isabella. Discorrevano forse di me?

Colombina. Sicuro.

Isabella. Cosa dicevano? cosa dicevano?

Colombina. Che siete fastidiosa, sofistica, e che so io.

Isabella. Cavaliere malnato.

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SCENA XVI.

Il contino Giacinto e detti.

Giacinto. Signora madre, se l’amor mio può nulla nel vostro cuore, sono a pregarvi di non negarmi una grazia.

Isabella. Cosa volete?

Giacinto. Mia moglie, fra le persuasive mie e quelle di suo padre, è dispostissima a darvi tutti i segni possibili di rassegnazione e rispetto; vi supplico, vi scongiuro vederla, sentirla, perdonarle il passato e amarla per l’avvenire.

Isabella. Che avete costà? un orologio?

Giacinto. Sì signora, un orologio.

Isabella. Lasciate vedere.

Giacinto. Eccolo.

Isabella. Chi ve l’ha dato?

Giacinto. Mia moglie.

Isabella. E voi avete sì poca riputazione di portare quest’orologio?

Giacinto. Perchè? cosa vi è di male?

Isabella. Sapete da chi vostra moglie lo ha avuto?

Giacinto. Da suo padre.

Isabella. Non è vero. L’ha avuto dal suo cicisbeo.

Giacinto. Cicisbeo mia moglie?

Isabella. Signor sì. Anch’ella si è messa all’onor del mondo.

Giacinto. Voi mi fate restar stordito. E chi è questo, che voi chiamate col nome di cicisbeo.

Isabella. Il Cavalier del Bosco.