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344 ATTO SECONDO

Cavaliere. Ma come? anzi mi pare, perdonatemi, che voi la abbiate molto bene beffata.

Doralice. Eh, queste sono bagattelle. Le offese che ella mi ha fatte, sono di maggior rilievo.

Cavaliere. Sono passate poche ore, dacchè ho avuto l’onore di vedervi. È accaduto qualche cosa di nuovo?

Doralice. È accaduto tanto, che mia suocera vuol vedere la rovina di casa sua.

Cavaliere. Per amor del cielo, non dite così.

Doralice. Che non dica così? che non dica così? Dunque avete ancora della parzialità per lei.

Cavaliere. Ma, Contessina mia, la rovina di questa casa viene a comprendere vostro marito e voi medesima.

Doralice. Vada tutto, ma la cosa non ha da passare così.

Cavaliere. Son curiosissimo di sapere che cosa è stato.

Doralice. Colei ha avuto la temerità di dire che mio marito fa male a volermi bene, e che vuol fare il possibile perchè mi odii.

Cavaliere. Signora mia, l’avete sentita voi dir queste cose?

Doralice. Non l’ho sentita, ma lo so di certo.

Cavaliere. Duro fatica a crederlo, non mi pare ragionevole.

Doralice. Mi credete capace di rappresentarvi una falsità?

Cavaliere. Non ardisco ciò pensare di voi. Ma chi vi ha riportate queste ciarle, può aver errato, o per malizia, o per ignoranza.

Doralice. Bene1. Colombina? (chiama)

SCENA VI.

Colombina e detti.

Colombina. Illustrissima.

Doralice. Dimmi un poco, che cosa ha detto mia suocera di me?

Colombina. Signora... mi perdoni.

Doralice. No, non aver riguardo. Già il signor Cavaliere non parla.

Cavaliere. Oh! non parlo, non dubitate.

  1. Bett.: Adesso.