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LA FAMIGLIA DELL'ANTIQUARIO | 343 |
Colombina. Il signor Cavaliere del Bosco vorrebbe riverirla.
Doralice. Digli che passi.
Colombina. La servo subito. A vossignoria illustrissima sta bene un poco di cavalier servente; ma la signora Isabella dovrebbe aver finito. (parte)
SCENA V.
Doralice, poi il Cavaliere del Bosco.
Doralice. Questi due zecchini li ho spesi bene.
Cavaliere. Madama, compatite s’io torno a darvi il secondo incomodo.
Doralice. Signor Cavaliere, conosco di non meritare le vostre grazie, e perciò permettetemi che prima d’ogni altra cosa vi faccia un’interrogazione.
Cavaliere. V’ascolterò colla maggior premura del mondo.
Doralice. Ditemi in grazia, ma non mi adulate, perchè vi riuscirà di farlo per poco.
Cavaliere. Vi giuro la più rigorosa sincerità.
Doralice. Ditemi se siete venuto a favorirmi per qualche bontà che abbiate concepita per me, oppure perchè unicamente vi prema di riconciliarmi colla contessa Isabella.
Cavaliere. Se ciò mi riuscisse di fare, sarei contento; ma in ogni modo vi accerto, o signora, che unicamente mi preme l’onore della vostra grazia.
Doralice. Siete disposto a preferirmi a mia suocera?
Cavaliere. Lo esige il vostro merito, e una rispettosissima inclinazione mi obbliga a desiderarlo.
Doralice. Non avrete dunque difficoltà a dichiararvi in faccia della medesima.
Cavaliere. Mi basta non mancare alla civiltà, per non offendere il mio carattere.
Doralice. Non sono capace di chiedervi una mala azione.
Cavaliere. Comandate, e farò tutto per obbedirvi.
Doralice. Sappiate ch’io sono da mia suocera gravemente offesa.