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320 ATTO PRIMO

Dottore. Mi fa troppo onore. Ho piacere, così vedrò1 la signora Doralice, che non ho mai veduta.2

Isabella. Non mi parlate di colei.

Dottore. Perchè, signora? È pure la moglie del signor Contino di lei figliuolo.

Isabella. Se l’ha presa, che se la goda.

Dottore. È vero che la non è nobile; ma gli ha portato una bella dote.

Isabella. Oh! anche voi mi rompete il capo con questa dote.

Dottore. La non vada in collera, non parlo più.

Isabella. Che cos’ha portato?3

Dottore. Oh! che cos’ha portato? Quattro stracci.

Isabella. Non era degna di venire in questa casa.

Dottore. Dice bene, la non era degna. Io mi sono maravigliato, quando ho sentito concludere un tal matrimonio.

Isabella. Mi vengono i rossori sul viso.

Dottore. La compatisco. Non lo doveva mai accordare.

Isabella. Ma voi pure avete consigliato4 a farlo.

Dottore. Io? Non me ne ricordo.

Isabella. M’avete detto che la nostra casa era in disordine e che bisognava pensare a rimediarvi.

Dottore. Può essere ch’io l’abbia detto.

Isabella. Mi avete fatto vedere che i ventimila scudi di dote potevano rimetterla in piedi.

Dottore. L’avrò detto; e infatti il signor Conte ha ricuperato tutti i suoi beni, ed io ho fatto l’istrumento5.

Isabella. L’entrate dunque sono libere?

Dottore. Liberissime.

Isabella. Non si penerà più di giorno in giorno. Non avremo più occasione d’incomodare gli amici. Anche voi, caro Dottore, mi avete più volte favorita. Non me ne scordo.

Dottore. Non parliamo di questo. Dove posso, la mi comandi.

  1. Bett.: vedrò anche.
  2. Segue nelle edd. Bettin., Paper, ecc.: «Isab. Doralice non mangia alla mia tavola. Dott. No? perchè? Isab. Io non mi degno di mangiar con colei. Dott. È pur la moglie di suo figliuolo. Isab. L’ha presa, che se la goda ecc.»
  3. Bett.: Cos’ha portato? cos’ha portato?
  4. Bett., Pap. ecc.: mi avete consigliata.
  5. Bett. aggiunge: della ricupera; Pap.: della ricuperazione.