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252 | ATTO SECONDO |
Virginia. (Non si può bere. Si vuol mettere con noi). (a Claudia)
Claudia. (Figuratevi! Povera pezzente!) (a Virginia)
Alonso. Veramente questo caffè può dirsi eccellente.
Claudia. Quando ella lo dice, sarà così. (con ironia ad Alonso)
Filiberto. Certamente è fatto a maraviglia.
Flaminio. Tutto quello che viene dispensato da donna Eleonora, non può essere che perfetto.
Eleonora. Siete troppo cortese.
Claudia. (Siete troppo cortese! guardate che bella grazia!)1 (caricandola)
Flaminio. (A proposito. Sentite ora un’altra cosa di sommo rimarco). (a donna Eleonora)
Eleonora. (No, signore. La convenienza non lo permette).
Flaminio. (Questa sola, e ho finito).
Eleonora. (Non voglio farmi spacciare per malcreata).
Flaminio. (Vi prego. Non siate meco sì austera).
Eleonora. (Ho capito. Comincio a ravvisarvi della caricatura). (da sè) Signore mie, scusatemi. La cameriera mi accenna che ha necessità di parlarmi. (si alza) Permettetemi ch’io vada per un momento, or ora sono da voi. Con licenza. (parie)
Claudia. Bella creanza! (a donna Virginia)
Virginia. Pare annoiata di don Flaminio. (a donna Claudia)
Claudia. Eh, per l’appunto. Ha soggezione di me. Per altro, se non ci fossi io, si contenebbe diversamente. (a donna Virginia)
Alonso. (Si vede che donna Eleonora è stanca delle impertinenze di don Flaminio). (da sè)
Virginia. Signor don Alonso, io principio a tenere dalla vostra parte.
Flaminio. Amico, preparatevi a pagar l’orologio. (a don Alonso)
Claudia. Oh, ecco qui don Rodrigo.
Virginia. Mi pareva impossibile che non venisse.
- ↑ La fine di questa scena e parte della scena seguente, come si leggono nelle edizioni Bettinelli e Savioli, trovansi in Appendice.