Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, III.djvu/259


IL CAVALIERE E LA DAMA 249

Claudia. Serva, donna Eleonora.

Eleonora. Serva, donna Claudia. (si badano)

Alonso. M’inchino a donna Eleonora.

Eleonora. Serva, don Alonso.

Filiberto. Anch’io ho l’onore di rassegnarvi l’umilissima servitù mia.

Eleonora. Serva divota. Chi è questo signore? (a donna Virginia)

Virginia. Un cavaliere siciliano.

Filiberto. Vostro umilissimo servitore.

Eleonora. Mi fa troppo onore.

Virginia. Don Flaminio, mi rallegro con voi. (accennando donna Eleonora)

Flaminio. Ed io con voi. (accennando don Filiberto)

Virginia. Come va l’affare dell’orologio? (a don Flaminio)

Flaminio. Benissimo; l’ho mezzo guadagnato.

Claudia. Che ne dite, signor protettore? (a don Alonso)

Alonso. Quando lo vedrò, lo crederò.

Eleonora. Vi supplico accomodarvi.

Flaminio. Farò io gli onori della casa. Qua donna Virginia, e qua il signor cavaliere. Qua la mia signora, e qua don Alonso. Qua la padrona di casa, e qua io.

Virginia. (Guardate come vostro marito ha preso possesso in casa). (piano a donna Claudia)

Claudia. (È un diavolo quel mio marito. E poi sarà amicizia vecchia). (a donna Virginia)

Alonso. (Che uomo1 ardito è quel don Flaminio!) (da sè)

Eleonora. Care amiche, vi sono molto tenuta per l’onore che mi avete fatto della vostra cortese visita. Mi rincresce che, nello stato in cui sono, non possa accogliervi come meritate; ma spero che tanto voi, quanto questi signori, compatiranno le mie disgrazie.

Alonso. Noi siamo venuti per riverirvi, non per recarvi incomodo2.

  1. Bett. e Sav.: Grand’uomo.
  2. Segue nelle edd. Bett. e Sav.: «Virg. (Ehi, che ne dite? Quattro candele di cera). piano a D. Claudia. Claud. (E con i candellieri d’argento), piano a Virg. Virg. (Tutta roba di D. Rodrigo). Claud. (Già si sa; se non fosse lui, la farebbe magra). Alon. (Io giocherei che principiano a mormorare). Flam (Donna Eleonora, ora mi è sovvenuto ecc.)».