Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
IL CAVALIERE E LA DAMA | 225 |
aggiungendo che egli la riverisce e sta meglio di salute. Se chiede perchè non abbia scritto, le dirai perchè non ha avuto tempo; ma avverti sopratutto di farle credere senza dubbio che il danaro venga da don Roberto.
Pasquino. Signore, non faremo niente.
Rodrigo. Perchè?
Pasquino. Perchè quando dico una bugia, divengo rosso.
Rodrigo. Procura di usar franchezza. Parla poco; dalle la borsa e vattene presto. Se ti porti bene, vieni al caffè vicino e ti darò uno scudo di mancia.
Pasquino. Per far ch’io non venga rosso, non vi è altro rimedio che toccarmi il viso con dell’oro o con dell’argento. Se questo scudo l’avessi avanti, mi par che la cosa anderebbe meglio.
Rodrigo. Ti ho capito. Eccoti uno scudo, opera da tuo pari.
Pasquino. Lasci fare a me, sono un uomo di garbo.
Rodrigo. Sopratutto avverti, per qualunque interrogazione che ti facesse, non nominare la mia persona.
Pasquino. Non vi è dubbio che io vi nomini, perchè non mi ricordo come abbiate nome.
Rodrigo. Vanne, ti aspetto al caffè vicino con la risposta.
Pasquino. E collo scudo.
Rodrigo. Lo scudo te l’ho dato.
Pasquino. Quello è per il viso; quell’altro servirà per la mano. Uno per il rossore e l’altro per la vergogna.
Rodrigo. Portati bene e non dubitare.
Pasquino. Sa V. S. come dice il proverbio? Una mano lava l’alta e tutte due il viso1. (parte)
Rodrigo. Costui è faceto, ma so per relazione essere fedele ed onorato; onde son certo che non mi gabberà. In questa guisa soccorrerò donna Eleonora, senza offendere la sua delicatezza. Ella è una dama piena di spirito e di buone massime, ed io sempre più mi sento stringere dalle prerogative del di lei merito. Se ella fosse libera, non esiterei un momento a dichiararle il mio cuore, ma essendo moglie, soffocherò i miei sospiri, dis-
- ↑ Bett. e Sav.: il preterito.