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IL CAVALIERE E LA DAMA 221

Flaminio. Favorite la mano.

Virginia. Eccomi.

Flaminio. Povera donna Virginia, come farete a star qualche giorno senza di me?

Virginia. Credetemi che non mi ammalerò certamente.

Flaminio. Ah crudele! Voi vi prendete spasso di chi muore per voi.

Virginia. Domani morirete per donna Eleonora, e un altro giorno tornerete a morire per me. (parlano)

Alonso. Comandate ch’io abbia l’onore di servirvi?

Claudia. Obbligatissima, andate a servire donna Eleonora.

Alonso. Ciò è impossibile. Ella sarà impegnata per vostro marito. (con ironia)

Claudia. Eh andate, che vi sarà luogo anche per voi. Una frasca non ricusa nessuno. (parte)

Alonso. Ecco il vizio comune di quasi tutte le donne. Criticare le azioni altrui e non riflettere sulle proprie. Ecco il soggetto principale di quasi tutte le conversazioni: mormorare, dir male del prossimo, tagliare i panni addosso alla povera gente. So che donna Eleonora è una dama onesta, e sono obbligato a difendere l’onor suo, ancorchè da lei non pretenda nemmeno di essere ringraziato. Servo donna Claudia più per impegno che per inclinazione. E se ella pretenderà da me più di quel che le si compete, prenderò il mio congedo. Gran pazzia è la nostra! Servir per diletto e soggettarsi alle ridicole stravaganze di una donna, per avere il grand’onore di essere nel numero de’ cavalieri serventi! (parte)

Fine dell’Atto Primo.