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IL CAVALIERE E LA DAMA 209

Colombina. Oh sì, signora, ha giuocato per voi, ha vinto, il denaro è vostro. (a donna Eleonora)

Rodrigo. Eccolo....

Eleonora. No no, rigiuocatelo, perdetelo, fatene altr’uso. Siccome, se aveste perduto, io non vi avrei rimborsato, così, avendo vinto, a me non s’appartiene la vincita.

Rodrigo. Ma in ogni forma avete da farmi la finezza di ricevere queste sei doppie...

Eleonora. In ogni modo contentatevi ch’io aggradisca unicamente il vostro buon cuore. Io non ne ho bisogno.

Colombina. (Oh diavolo! la scannerei come un animale). (da aè)

Rodrigo. Signora, quando è così, vi chiedo scusa della libertà che presa mi sono.

Eleonora. Non posso che lodare la vostra bontà.

Rodrigo. (Che nobil tratto!)

Eleonora. (Che cuor generoso!)

Rodrigo. (Le sue maniere m’incantano!)

Eleonora. (Sono adorabili i suoi costumi!)

Rodrigo. Donna Eleonora, vi levo l’incomodo. (s’alzano)

Eleonora. Non incomoda chi favorisce.

Rodrigo. Vi prego non lasciarmi senza l’onore de’ vostri comandi.

Eleonora. Vi raccomando il memoriale.

Rodrigo. Sarete servita. Vi son servo. (s’incammina)

Colombina. Eh signora, vi vuol altro che memoriali; pagnotte vogliono essere. (piano ad Eleonora) Aspetti, aspetti, che verrò a servirla. (a don Rodrigo)

Eleonora. Dove vai?

Colombina. Vado ad accompagnare il signor don Rodrigo.

Eleonora. Egli non ha bisogno di te.

Colombina. Ho io ben bisogno di lui.

Rodrigo. Colombina, ti occorre nulla?

Eleonora. Nulla, nulla, signore, non le date retta1, è pazza.

Colombina. Mi volete veder morire? morirò.

  1. Bett. e Sav.: non gli abbadate.