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Eleonora. Per me, se volete che me ne vada, me ne vado; non me n’importa niente. (si alza)

Rosaura. No, no, restate, ma con modestia. Via, signor Ottavio, fateci qualche lezione.

Ottavio. Volentieri. Questa è un’operetta graziosa, uscita nuovamente alla luce. Capitolo terzo, della necessità del matrimonio per la conservazione della specie umana.

Eleonora. (Bel capitolo). (a Florindo)

Florindo. (Vi piace?). (o Eleonora)

Eleonora. (Non mi dispiace). (a Florindo)

Ottavio. (Che ne dite di questo beli’argomento?) (piano a Rosaura)

Rosaura. (La proposizione non può esser più vera). (a Ottavio)

Ottavio. (Dunque non sareste lontana dal maritarvi?) (a Rosaura)

Rosaura. (Tirate avanti la vostra lezione). (ad Ottavio)

Ottavio. Amore è quello che genera tutte le cose....

Rosaura. (Amore?) (ad Ottavio)

Ottavio. (Sì, amore). Amore opera colla sua virtù.

Florindo. Che bella parola è questo amore!) (piano ad Eleonora)

Eleonora. Non è brutta, non è brutta). (piano a Florindo)

Ottavio. E tutte le creature lodano e benedicono amore.

Rosaura. (Evviva l’onesto amore). (piano ad Ottavio)

Ottavio. (Evviva voi). (a Rosaura)

Rosaura. (Voi, voi). (ad Ottavio)

Ottavio. (Ah furbetta). (a Rosaura)

Rosaura. Via, seguitate a leggere.

Ottavio. Or ora non ci vedo più.

Florindo. (Amore fa diventar orbo il maestro). (ad Eleonora)

Eleonora. (E lo scolaro come sta?) (a Florindo)

Florindo. (Starei bene, se fossi in grazia vostra). (ad Eleonora)

Eleonora. (Avete intesa la lezione? Amore opera colla sua virtù). (a Florindo)

Florindo. (Brava scolara, brava). (ad Eleonora)

Rosaura. Eh! Cosa sono quei discorsi segreti? (forte ad Eleonora e a Florindo)

Florindo. Frutti della lezione.